Nel cuore dell'Italia meridionale, dove Abruzzo, Molise e Campania si incontrano, si estende una terra magica e ricca di storia: il Sannio, l'antica dimora dei sanniti. Quando viaggiamo in questa regione, camminiamo sulle orme di un popolo fiero che, tra il VII secolo a.C. e il I secolo d.C., controllava un territorio di ben 12.500 km². Qui, nel 343 a.C., viveva una popolazione di circa 450.000 persone, che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia italiana.
I sanniti non erano un popolo qualunque. Infatti, furono loro i principali oppositori della nascente potenza romana nel IV e III secolo a.C.. Questa resistenza ha reso il Sannio una terra di leggende e tradizioni che sopravvivono ancora oggi. Durante la nostra esplorazione, possiamo ammirare il suggestivo borgo di Morcone, sviluppatosi sul versante di un importante rilievo regionale, dominato dai resti di un maestoso castello medievale. A poca distanza, troviamo le affascinanti forre del Titerno, suggestive gole scavate dall'acqua nei pressi del borgo di Cusano Mutri.
Oggi, il Sannio è molto più di un semplice ricordo storico. Nonostante una visione spesso stereotipata della montagna e dei borghi meridionali, questa terra ospita importanti realtà agricole, manifatturiere e di servizi, sebbene ancora fragili. È anche una terra di fede, dove a Pietrelcina possiamo visitare la casa natale di Padre Pio, e una regione vinicola dove la Falanghina è diventata il simbolo enologico locale. In questo viaggio attraverso il Sannio, scopriremo insieme i segreti di questa affascinante regione, dalle sue origini storiche fino alle tradizioni e ai sapori che la rendono unica.
Sui verdi Appennini, tra vallate ricche di storia, il Sannio antico si estendeva attraverso gli attuali territori della Campania nordorientale, alta Puglia, gran parte del Molise, basso Abruzzo e alta Lucania. Quest'area, in lingua osca chiamata "Safinim", fu culla di un popolo straordinario.
I Sanniti o Sabelli, in osco "Safineis", abitarono questa regione tra il VII-VI secolo a.C. e i primi secoli dell'Impero Romano. Costituirono una potente confederazione, la Lega Sannitica, composta principalmente da quattro tribù:
Successivamente si unirono anche i Frentani, posti sulla costa adriatica.
Secondo la tradizione, i Sanniti discendevano dai Sabini attraverso il Ver Sacrum, un rito in cui giovani ventenni lasciavano la comunità d'origine per fondare nuove colonie, guidati da un animale sacro.
I Sanniti costruivano impressionanti centri fortificati sui monti impervii. Le loro città-fortezze erano protette da imponenti mura, oggi chiamate "ciclopiche", alte oltre tre metri e spesse più di un metro. Queste costruzioni, che potevano raggiungere i sei o sette chilometri di lunghezza, rappresentavano non solo un sistema difensivo ma anche un'importante testimonianza architettonica della loro abilità costruttiva.
La formazione dell'ethnos sannita avvenne intorno al V secolo a.C.. L'espansione territoriale portò questo popolo a scontrarsi inevitabilmente con Roma. Infatti, tra il IV e III secolo a.C., i Sanniti furono i principali nemici della nascente potenza romana.
Le tre guerre sannitiche (343-341 a.C., 326-304 a.C., 298-290 a.C.) si conclusero con la definitiva sottomissione dei Sanniti nella battaglia di Aquilonia del 293 a.C.. Nonostante ciò, questo popolo tentò nuovamente di ribellarsi durante la guerra sociale (90-88 a.C.), quando Lucio Cornelio Silla devastò il loro territorio.
In seguito alla romanizzazione, il Sannio fu inserito nella Regio IV augustea insieme ad altre popolazioni umbro-osco-sabelliche. Dopo la caduta dell'Impero Romano, il territorio fu conteso fra Goti e Bizantini, per poi essere conquistato nel 570 dai Longobardi che vi fondarono il Ducato di Benevento.
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Le antiche leggende si intrecciano con la storia nel territorio sannita, creando un'atmosfera magica che ancora oggi affascina visitatori e studiosi.
Sul fiume Sabato cresceva un enorme albero di noce, epicentro di riti magici e pagani. Le sue radici affondano nella storia longobarda, quando nel VII secolo i guerrieri celebravano culti in onore di Odino, appendendo pelli di caprone all'albero e danzando freneticamente attorno ad esso. Secondo la leggenda, San Barbato convinse il duca Romualdo a sradicare l'albero nel 663 d.C., in cambio della protezione divina contro l'invasione bizantina. Nonostante ciò, si narra che un nuovo noce ricrebbe nello stesso luogo, diventando punto di ritrovo per le streghe di tutta Europa.
Le janare, così chiamate probabilmente da "dianara" (seguace della dea Diana) o da "janua" (porta), erano donne misteriose con poteri soprannaturali. La tradizione le descrive come capaci di entrare nelle case attraverso le fessure delle porte, provocare malattie, causare aborti e soffocare gli uomini nel sonno. Molte erano in realtà guaritrici ed erboriste, perseguitate durante l'Inquisizione. La loro leggenda si diffuse particolarmente dopo il 1427, quando Bernardino da Siena predicò contro le streghe di Benevento, alimentando secoli di persecuzioni.
Nel 2017, all'interno di Palazzo Paolo V a Benevento, è nato Janua, primo museo multimediale permanente sulle Streghe. Qui i visitatori possono immergersi in un'esperienza multimediale che racconta le tradizioni e le leggende del Sannio. Il museo espone oggetti legati alla "medicina popolare", dai santini agli ex-voto, dai pani antropomorfi alle erbe curative, offrendo uno sguardo su un mondo sospeso tra sacro e profano.
Piccoli borghi sanniti conservano ancora oggi le tracce delle antiche leggende. San Lupo, fondato in epoca longobarda attorno all'abbazia benedettina dei santi Lupolo e Zosimo, è famoso per il Ponte delle Janare, legato alla storia di una giovane accusata di stregoneria e annegata. Ponte, invece, era terra della strega Joconna, mentre a Guardia Sanframondi sopravvivono rituali di penitenza che ogni sette anni richiamano migliaia di fedeli.
La cultura del Sannio vive ancora oggi attraverso riti, fede e tradizioni popolari che uniscono le comunità locali.
Ogni sette anni, dopo il 15 agosto, Guardia Sanframondi ospita i Riti Settennali di Penitenza in onore dell'Assunta. Durante questa settimana, i quattro rioni (Croce, Portella, Fontanella e Piazza) si alternano nei cortei dei misteri, rappresentando scene bibliche e vite dei santi. Il momento più intenso è il sabato, con l'apertura della nicchia che custodisce l'antica statua lignea della Madonna, operazione che richiede tre chiavi affidate al Sindaco, al Parroco e al decano delle Deputazioni. La domenica, nella processione generale, i flagellanti incappucciati si percuotono il petto con spugne appuntite.
Nativo di Pietrelcina, Padre Pio rappresenta uno dei più grandi maestri di spiritualità cristiana. La sua giornata terrena era un continuo colloquio con Dio. Per lui la celebrazione eucaristica rappresentava "un sacro miscuglio tra me e Gesù". Nel 1947, il giovane don Wojtyla si recò a San Giovanni Rotondo per confessarsi da lui.
Nel Sannio, la vera musica popolare ha radici nel mondo agricolo rurale e nei canti religiosi. Esempi significativi includono i canti dei "battenti" di Guardia Sanframondi e quelli delle lavandaie nei lavatoi pubblici.
Il progetto "Viaggio nella memoria" della cooperativa IDEAS mira a valorizzare i territori del Sannio attraverso il filo rosso che unisce l'intero meridione. Questo percorso permette di ripercorrere feste e riti popolari di arcaiche origini, preservando tradizioni che, sebbene modificate nel tempo, testimoniano la ricchezza culturale della regione.
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I sapori del territorio sannita raccontano una storia millenaria attraverso vini pregiati e piatti della tradizione contadina.
Il Sannio rappresenta il 50% dell'intera produzione vitivinicola campana. A Castelvenere, il territorio più vitato del Sud Italia, 2500 viticoltori coltivano principalmente Aglianico (28%), Falanghina (12%) e altre varietà. La Guardiense, cooperativa di Guardia Sanframondi con mille soci, è tra le cantine più grandi d'Italia. La Falanghina, coltivata sin dai tempi romani, si distingue per note fruttate di mela e frutti esotici, mentre l'Aglianico, secco e profondo, presenta un profilo tannico importante con note di mora, prugna e spezie.
Nel I secolo, il poeta Marziale descriveva Benevento come la città delle "cinque C": cardone (cardo), cepae (cipolle), celebrata (cervellata), cupedia (copeta) e chordae (corde). Il cardone beneventano, zuppa natalizia tradizionale, richiede una complessa preparazione con brodo di cappone, polpette e uova. La copeta, antenata del torrone, ha origini antichissime: un dolce consolatorio a base di nocciole, miele e grano che, secondo la leggenda, i sanniti offrirono ai soldati romani sconfitti alle Forche Caudine.
Dal 1860, la Strega Alberti produce questo celebre liquore giallo. Composto da circa 70 erbe tra cui menta, finocchio e zafferano (che gli conferisce il colore), ha una gradazione del 40%. La ricetta, custodita gelosamente, evoca le leggende delle streghe beneventane che si radunavano sotto un grande noce. Nel 1947 nacque anche il Premio Strega, oggi il più prestigioso riconoscimento letterario italiano.
Nelle terre tra Irpinia e Sannio, diverse aziende agricole biologiche recuperano varietà antiche di grano come il "senatore cappelli" e il "gentil rosso". Queste realtà valorizzano la filiera corta e il chilometro zero, trasformando il metodo biologico da vincolo a fattore competitivo.
Il nostro viaggio attraverso il Sannio giunge al termine, lasciandoci con la sensazione di aver appena sfiorato la superficie di questa terra magica. Dalle antiche gesta dei fieri Sanniti che osarono sfidare Roma, fino alle misteriose leggende delle Janare che ancora oggi popolano l'immaginario collettivo, questa regione custodisce tesori che attendono solo di essere scoperti.
Sicuramente, la forza del Sannio risiede nella sua capacità di preservare tradizioni millenarie senza rimanere ancorata al passato. I riti settennali di Guardia Sanframondi, ad esempio, rappresentano un ponte tra fede antica e spiritualità contemporanea, esattamente come la figura di Padre Pio continua a ispirare pellegrini da tutto il mondo.
Altrettanto affascinante risulta la tradizione enogastronomica locale. La Falanghina e l'Aglianico raccontano storie di vendemmie che si ripetono da secoli, mentre piatti come il cardone e dolci come la copeta testimoniano un'arte culinaria tramandata di generazione in generazione.
Durante la nostra esplorazione, abbiamo camminato tra borghi medievali arroccati su colline verdeggianti, assaggiato sapori autentici e ascoltato storie che sembrano uscite da libri di fiabe. Quindi, possiamo affermare con certezza che il Sannio non è semplicemente una destinazione turistica, ma un'esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Chi desidera scoprire un'Italia autentica, lontana dai percorsi più battuti, troverà nel Sannio un tesoro nascosto. Questa terra, sebbene spesso trascurata dalle guide turistiche internazionali, offre un mosaico di esperienze che rimangono impresse nel cuore di chi ha la fortuna di viverle.
La magia del Sannio sta proprio nella sua capacità di sorprendere il visitatore ad ogni angolo, con una ricchezza culturale che sfida il tempo. Perciò, mentre ci allontaniamo da queste colline misteriose, portiamo con noi non solo ricordi, ma anche la promessa di ritornare presto in questa terra incantata del Sud Italia.

Q1. Cosa sono i Sanniti e dove vivevano? I Sanniti erano un antico popolo italico che abitava il Sannio, una regione che comprendeva parti dell'attuale Campania, Molise, Abruzzo e Puglia. Formarono una potente confederazione tra il VII secolo a.C. e il I secolo d.C., controllando un vasto territorio di circa 12.500 km².
Q2. Quali sono alcuni luoghi magici da visitare nel Sannio? Alcuni luoghi affascinanti nel Sannio includono il borgo di Morcone con il suo castello medievale, le suggestive forre del Titerno vicino a Cusano Mutri, e Pietrelcina, città natale di Padre Pio. La regione è ricca di siti storici, paesaggi naturali mozzafiato e borghi pittoreschi da esplorare.
Q3. Quali sono alcune tradizioni e leggende tipiche del Sannio? Il Sannio è ricco di tradizioni e leggende, come quella del Noce di Benevento, luogo di riti magici e pagani. Ci sono anche le storie delle Janare, donne misteriose con poteri soprannaturali. A Guardia Sanframondi si svolgono antichi riti religiosi di penitenza ogni sette anni.
Q4. Quali sono i vini e i piatti tipici del Sannio? I vini più famosi del Sannio sono la Falanghina e l'Aglianico. Tra i piatti tipici ci sono il cardone (zuppa natalizia), la cervellata (salsiccia tipica) e la copeta (dolce simile al torrone). Un liquore caratteristico è lo Strega, prodotto a Benevento dal 1860.
Q5. Come si sta sviluppando il turismo nel Sannio? Il Sannio sta emergendo come meta turistica grazie alle sue bellezze naturali, siti storici e tradizioni enogastronomiche. Si sta sviluppando un turismo rurale e sostenibile, con la valorizzazione di borghi antichi, prodotti locali e agricoltura biologica. La regione offre un'esperienza autentica dell'Italia meno conosciuta ma ricca di fascino.

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